30 agosto 2013

L'amour - pt. 3

(continua da qui)
La festa cominciò nel migliore dei modi: due appassionanti sfide a chi beve alla goccia rispettivamente una lattina di birra e un vodka lemon dal sapore metallico. Fu quando la testa cominciò a girargli appena, nel caos della musica rock a tutto volume, che dalla selva di ragazzi in maschera gli si fece incontro una sorridente e formosa Zorro, dal cui cappello nero sprizzavano qua e là inconfondibili ciuffi color fuoco.
Lo sguardo dei due ragazzi s'incrociò per due secondi quando l'avorio dei rispettivi sorrisi illuminò l'intero corridoio affollato. "Come stai Luke?" "Una favola Zorro". Con un balzo degno dell'originale eroe mascherato, Elena saltò al collo del malcapitato baciandolo sulla bocca ancora persa nel sorriso. Luca, inizialmente stupito e forse un po' scioccato, non poté - né volle - far niente per resistere a tale dimostrazione di audacia. Gli occhi socchiusi che spiavano attraverso la mascherina nera, la bocca persa nell'abbraccio umido e caldo assieme alla testa rapita dal micidiale cocktail di alcol, adrenalina ed eccitazione, lo proiettarono per un momento in quello che certamente doveva essere il paradiso. Il desiderio che cresceva con l'alcolemia e con i baci scambiati ora su una panchina e ora nascosti dietro una colonna, fece sperimentare a Luca sensazioni di gioiosa follia che ancora gli erano sconosciute. La sua buona stella aveva deciso che quella notte i genitori di Elena fossero fuori città, e guidò i passi disordinati e interrotti da continui baci dei due ragazzi per le vie del centro, fino a casa di lei.
In preda a sentimenti contrastanti Luca varcò il portone d'ingresso più per spavalderia e paura di passare da finocchio, che per reale convinzione: Il brivido novello della lingua morbida si scontrava con un sentimento che ancora lo legava stretto a tutta la sua vita precedente; queste sensazioni, mischiate alla paura istintiva e la bramosia di ogni vergine verso il mistero del sesso e delle ragazze navigate, lo sconvolgevano al punto di farlo quasi tremare in silenzio. Elena, che oltre che simpatica era dotata di un'intelligenza naturale, lo baciò dolcemente sulle labbra e con un sorriso lo scosse dal suo innocente terrore. Tirandolo per un polso, lo guidò nella sua camera, dove il dito sicuro di lei alzò l'interruttore invisibile al lato della porta: nella luce riflessa dello specchio scoprirono come i baffi di matita nera di Zorro, fossero adesso variamente impressi sulla bocca e sul collo di entrambi. Mai risata fu più liberatoria. Neppure le mani goffe ed inesperte nello sciogliere il reggiseno bastarono a cancellare il sorriso dalla faccia di Luca. Lì su quel grande letto morbido, al cospetto degli Arcade Fire e di Mia Wallace che li spiavano dalle pareti, si sentiva completamente a suo agio. La pelle olivastra profumava di frutta ed era così dolce da baciare. Le mani di Elena mentre gli sbottonavano i pantaloni e sfilavano la t-shirt, si muovevano lente e sensuali sul suo petto in cui sentiva crescere una fiamma così grande da temere di morire ustionato sotto le labbra di lei...
Fu così che Luca scoprì un altro amore, tanto diverso da quel sentimento che gli aveva schiacciato il petto e soffocato le parole in gola per anni. Una passione incendiaria e divertente, un salto di mille metri da un aereo senza paracadute, una pioggia fredda e pulita in una giornata afosa di Agosto senza ombrello. Non c'era tenera paura, non riverenziale silenzio, non meticoloso studio del volto o dei gesti...c'era solo la voglia traboccante di gioia, di stringere tra le mani quel corpo morbido per poi esplodere in un sorriso senza veli.

I due ragazzi cominciarono a frequentarsi ancor più assiduamente. Luca conosceva a memoria ogni anfratto nascosto dagli argini ombrosi che attraversano i campi, ogni radura semideserta arrampicata su per le colline coperte di vitigni, ogni squarcio di bosco da cui ammirare la città distesa a valle...e non mancò certo di mostrarli e viverli con la nuova compagna. Un orario di lavoro soffocante - e quanto mai opportuno - costringeva i parenti di Elena fuori di casa ogni pomeriggio, e Luca in breve tempo divenne grande amico dei poster e dei cd di quella camera fatata; era affascinato dalle pile di libri e dvd che abitavano ogni mensola. Amava quella casa silenziosa riempita solo dai loro bisbigli e sospiri.
Elena con impaziente premura insegnò al giovane compagno come si gioca al più vecchio e divertente dei giochi. Dalla sera in cui lo aveva conosciuto, scherzando con i soliti birboni del centro seduta in piazza su una panchina, aveva sognato di portarlo nel suo mondo e svelargli i suoi angoli più segreti. "Noto che ormai fanno entrare anche cani e porci all'Uni. Ai miei tempi almeno c'era un certo ritegno...Ah, io comunque sono Elena, piacere!" Con gli occhi semichiusi da uno splendente arco a trentadue denti aveva stretto per la prima volta la mano di Luca, tenendo nell'altra una birra bionda quasi vuota. Da due mesi ormai si chiedeva - senza particolare sforzo o cruccio - cosa le piacesse in quel pischello fresco di liceo, ed era giunta alla conclusione che vi fosse qualcosa di irresistibile in quel suo goffo modo di muoversi e nella malizia tagliente con cui  indistintamente affettava gli amici e gli sconosciuti...ma non poteva essere tutto qui. Dagli occhi chiari e allegri traspariva uno spirito benevolo e autentico, che tanto si scontrava con il suo modo di fare sbruffone e che non aveva conosciuto in nessun altro dei suoi ragazzi. Era un amante impetuoso ma generoso, vittima delle insicurezze dell'inesperienza, ma più che mai impegnato nell'apprendimento. Trovava il sesso con Luca a un tempo dolce e violento, e anche se non riusciva sempre a darle quello che desiderava, adorava il peso del suo corpo sul suo seno e l'odore della sua pelle priva di rughe o peli.

Qualche giorno prima del suo compleanno, il telefono di Luca, squillò.

Fine terza parte.

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